Sentiero di speranza
 
   
Libero dalla dipendenza

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libero dalla dipendenza

Ciao sono Franco e voglio raccontarvi la mia storia del passato e del presente.  Sono un ragazzo che ha avuto dei problemi con la droga e l’alcol e altri tipi di sostanze che mi facevano divertire e che mi davano sollievo dall’amarezza che avevo dentro di me. Se guardavo dentro di me, prima di fare uso di queste sostanze, non ero tanto contento di come vivevo e di come mi sentivo interiormente.  Parlo di quelle insicurezze, di paure e di cose che venivano dentro di me che mi trascinavo dietro, che mi abbattevano e quindi vivevo in quell’amarezza.  Quindi qualsiasi cosa che cambiasse quel mio stato d’animo, cioè che mi togliesse quei sentimenti, io l’accettavo.

Ho cominciato tanto per provare, non sapevo cosa era né cosa faceva, mi interessava soltanto fare qualcosa per evadere quello stato d’animo.  Quando non lavoravo, riempivo le giornate con queste cose. La prima volta che ho provato, fisicamente sono stato male, ma dentro di me mi sentivo diverso e acquistavo sicurezza.  Mi toglievano le paure, mi cambiavano e questo cambiamento mi piaceva, ma soltanto per la durata dell’effetto.  Perché poi dopo tornavo uguale a prima, quindi dopo una settimana pensavo a come mi faceva sentire e lo rifacevo di nuovo.  Per un anno lo facevo a fine settimana e a volte anche durante la settimana.  Un giorno, discutendo con mia madre, perche mi vedeva male, sono andato via di casa e ho incominciato a vivere per strada.  Incominciai ad usarla tutti i giorni.  Se avevo l’opportunità rubavo, oppure chiedevo soldi e dormivo sui treni della stazione centrale di Milano. Ho continuato così per quattro anni andando due volte in comunità, ma ho resistito solo un mese.

Decisi di smettere definitivamente, così tornai a casa. Avevo trovato una persona che mi aveva parlato di Gesù e io incomiciavo a parlare con Gesù parlandogli come un amico fidato e quando lo facevo mi sentivo bene.  Poi durante la giornata incominciavo a bere e a fumare e quindi  questo rapporto si spegneva.  Ho smesso di lavorare e ho incominciato a stare a casa .

Sono poi tornato a Milano per trovare un lavoro e una sera ho ricevuto un foglietto evangelico che parlava di Luca 8:22, 23: “Ora uno di quei giorni avenne che egli salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: ‘Passiamo all’altra riva del lago’. Ed essi presero il largo.  Mentre navigavano, egli si addormentò e un turbine di vento si abbattè sul lago, tanto che la barca si riempiva, ed erano in pericolo.” Queste persone remavano nella barca, però il forte vento, la tempesta, gli impediva di andare avanti.  Questo lo paragonavo a me.  Avevo deciso di smettere, volevo una vita normale, un lavoro, però le difficoltà non mi facevano andare avanti e mi affondavo nell’alcol. 

Un giorno ho ricevuto un altro foglietto dai ragazzi del centro Re.to alla speranza, un centro gratuito che dà ingresso immediato a persone con vari tipi di problema (tel. 0381 21393).  Parlando con loro la mattina seguente ho deciso di entrare perche ero dipendente dall’alcol.  Entrato nel centro incominciavano a venire i primi problemi: c’erano delle norme da rispettare e bisognava vivere con altre persone.  Ero un ragazzo molto ribelle: fumavo di nascosto, se avevo l’opportunità di bere, bevevo e litigavo con le persone.

Un giorno parlai con una persona che mi disse di dire quello che facevo di nascosto e lo feci.  Ho incominciato a dire tutto quello che non si doveva fare e che io invece facevo di nascosto.  Poi dopo mi hanno chiesto se volevo partecipare ad uno studio biblico e allora ci sono andato.  Parlava sulla lettera di Romani cap. 1 v. 16: “Infatti io non mi vergogno dell’Evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del giudeo prima e poi del greco.”

Ero un ragazzo che si vergognava di fare del bene, perché chi faceva il bene per me era un debole, quindi mi piaceva dimostrare agli altri che ero forte con i miei atteggiamenti, con litigi, bestemmiando e non ascoltando nessuno, facendo sempre di testa mia.  Volevo avere sempre ragione, anche se non l’avevo non riconoscevo gli sbagli per orgoglio e quindi non ascoltavo le persone e non volevo vedere la parte sbagliata che c’era in me. Questa parte del versetto aveva tolto in me questa vergogna: mi sentivo libero di un peso, mi sentivo in pace.  Ho incominciato a non bestemmiare più, a non dover dimostrare agli altri la parte del duro e ad ascoltare quello che mi dicevano.  Ho riconosciuto i miei sbagli e, confessandoli a Dio, incominciavo a riprendere quel rapporto intimo e personale con Dio.

Più andavo avanti, più cose capivo.  Tramite una canzone che diceve che c’è libertà per il sangue di Cristo, ho capito che non stavo bene davanti a Dio perché mi comportavo bene, ma perché Dio aveva mandato Gesù a morire sulla croce e che tramite questo sacrificio di Gesù io ero giustificato. Ci dobbiamo comportare bene, ma il fondamento principale è il sacrificio di Gesù.

Adesso vengono ancora le difficoltà e i problemi, però Gesù mi dà la forza di andare avanti come dice nel vangelo di Luca cap. 8 v. 24  “Allora essi, accostatisi, lo svegliarono, dicendo:’Maestro, maestro, noi periamo!’ Ed egli, destatosi, sgridò il vento e la furia dell’acqua; e questi si acquetarono e si fece bonaccia.”  Tuttora vengono ancora le difficoltà, però faccio come fecero questi marinai che chiesero aiuto a Gesù, perché li salvasse, così faccio quando vengono le difficoltà: chiedo aiuto a Gesù nella stessa maniera e lui mi aiuta a superarle, leva le difficoltà interiori.

Ti saluto e ti invito ad avere anche tu un rapporto personale con Gesù e se hai qualche problema lui ti vuole aiutare, perché Gesù ti ama e vuole aiutarti, ma il primo passo lo devi fare tu. 

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